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L'istruzione in Italia

La percentuale di popolazione con istruzione terziaria in Italia è bassa e confronto all’ Europa è deludente

Lo sviluppo di un Paese si misura con il suo livello di istruzione e l’Italia in questo contesto non fa una bella figura: i dati dell’Eurostat parlano chiaro e in tempi difficili come quello attuale, nel quale gli studenti sono tornati a far sentire il loro disagio sul caro affitti, fanno emergere un’allerta.

I numeri sulla percentuale di popolazione tra 25 e 34 anni in possesso di un’istruzione terziaria (da noi la laurea, ma in generale si riferisce a un titolo post diploma) non sono nuovi e già noti da circa un anno, quando l’ente europeo di statistica li ha pubblicati.

Analizzando  i  dati, emerge un problema tutto italiano ovvero quello dell’accesso all’istruzione terziaria o universitaria, che si aggiunge al disagio della mancanza di studentati e di politiche di sostegno per chi studia fuori sede, e alla speculazione sugli affitti . L’Italia è molto arretrata in termini di politiche correttive sull’istruzione  e in tempi come quelli attuali  le competenze sono urgenti anche per le ambizioni del Pnrr.

Eurostat afferma che gli “Stati membri dell’Ue si sono prefissati l’obiettivo di aumentare al 45% entro il 2030 la percentuale della popolazione dell’Ue di età compresa tra 25 e 34 anni che ha completato l’istruzione terziaria”.

L’Italia nell’aggiornamento dati che si riferisce al 2021 e pubblicato a maggio 2022, la quota italiana di popolazione con una istruzione terziaria (laurea) tra 25 e 34 anni è del 28%: la percentuale è deludente e osservando il grafico si capisce perché:

Dati

In Lussemburgo, Irlanda, Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Svezia, Danimarca, Spagna, Slovenia, Portogallo e Lettonia si è già raggiunta la soglia del 45% richiesta. Pur essendo un titolo di studio terziario diverso in ogni Paese - non si tratta quindi di un semplice confronto sui laureati - la posizione italiana tuttavia non è positiva. Solo il 24,5% di laureati in Italia ha conseguito un titolo di studio in materie scientifiche, che sono invece richieste. Anche in Spagna, Malta, Grecia, Uk, Francia e Germania la quota di formati con profili tecnici-scientifici è piuttosto bassa, il 26%. “Questo si traduce in un vantaggio per Paesi asiatici come l’India, dove coloro i quali conseguono titoli tecnici sono molti di più (la Silicon Valley abbonda di indiani).”


Pertanto l’ Italia deve tenere presente che “l’evoluzione di un  Paese passa in primis attraverso un eguale e facile accesso all’istruzione, anche terziaria. Tutto ciò che può essere agevolato in termini d Borse di studio, studentati, agevolazioni con gli affitti e servizi pubblici nell’istruzione va fatto e subito.”

FONTE:Silvestri V. www.money.it


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