Le lacrime furono talmente tante che il verdeggiante suolo dell'altopiano venne completamente ricoperto da un manto pietroso, mentre le gocce del sangue di Tergesteo nacque il sommaco, meravigliosa pianta che da allora inonda di rosso le pietraie carsiche in autunno. Alla fine Eolo desistette e decise di ripartire e di lasciare la piccola Bora sul luogo che aveva visto nascere e morire il suo grande amore. Allora il mare, impietosito, ricoprì il corpo del povero innamorato di conchiglie, stelle marine e verdi alghe.
Col tempo su di esso si formò una ridente collina sulla quale sarebbe stata fondata una città che, in onore di Tergesteo, sarebbe stata chiamata Tergeste, ora Trieste. Qui ancora oggi Bora regna sovrana perchè il cielo le ha concesso di rivivere ogni anno tre, cinque o sette giorni di splendido amore: sono i giorni in cui Bora soffia impetuosa, "chiara" fra le braccia del suo amore o "scura" - accompagnata da lacrime di pioggia- nell'attesa di incontrare nuovamente Tergesteo.
FONTE: La leggenda di Madonna Bora di Edda Vidiz.